mercoledì 26 dicembre 2012

Chi non si è scottato non ha paura neanche dell'acqua bollente

From My Recession Chronicles Page

Qualche giorno fa ho partecipato ad uno scambio di commenti su un social network tra fautori e denigratori della moneta elettronica.

Sono stato colpito dal fatto che, tra le tante ragioni pro e contro, nessuno si è chiesto cosa  succederebbe se cercasse di prelevare al bancomat o pagare con una carta e non gli fosse possibile perché durante la notte la banca ha fatto default o perché è stato deciso di passare d'autorità da una moneta forte ad una moneta debole.

Probabilmente questo dipende dal fatto che non ci è mai successo e non siamo abituati a pensare in questi termini. Probabilmente un dibattito tra Islandesi o tra correntisti della Northern Rock Bank avrebbe portato a risultati diversi.

Allora io mi sono chiesto: "Ma cosa so della moneta, di cosa è, di come funziona?" ovviamente la risposta è stata scoraggiante, d'altra parte credo che sia un fenomeno così complesso che non basta certo pensarci ogni tanto a tempo perso per poter parlarne a proposito.

Nello scambio di commenti ho preso le parti di chi metteva in guardia contro l'abbandono del contante, non perché possa dare certezze in merito, ma perché questo mi ha permesso di mettere "in linea" quei pochi concetti che conosco sulla moneta, per lo più derivanti dalle nozioni di base imparate all'Università.

Probabilmente le mie "conclusioni" possono essere smontate in due secondi da chiunque si occupi di moneta in modo anche vagamente professionale, ma riporto di seguito i miei commenti per averli a portata di mano, poterci pensare sopra e dare un seguito alle mie Cronache della Recessione.

Ecco i commenti di seguito. Ovviamente sono espressione di quello che penso in generale degli avvenimenti di questi ultimi anni, ma non sono frutto di un'analisi critica e documentata ma solo della volontà di sostenere una discussione per vedere dove avrebbe portato.

"Non sottovaluterei troppo l'idea che diminuire l'utilizzo del contante aumenti il potere delle banche.
Il fatto che la crescita dell'intermediazione bancaria aumenti il potere economico delle banche è nei fatti.
Ma aumenta anche il potere di pressione per vari motivi.
Prima di tutto le banche spingerebbero per abbassare ancora di più la riserva di liquidità, e sarebbe difficile dargli torto, se dovesse crollare il prelievo medio di contanti da parte dei depositanti. Questo va nel senso di maggiore instabilità e maggiori rischi di azzardo morale in caso di crisi bancarie.
Poi le banche avrebbero maggiore potere di pressione in caso che una crisi si verificasse nei fatti. Quando i depositanti della Northern Rock Bank sono andati al bancomat e non hanno potuto ritirare neanche un penny, la decisione del governo inglese di salvare la banca (non certo una delle più importanti) è stata praticamente immediata.
In una economia, magari più arretrata, ma con più presenza di contante, si sarebbe magari potuto pensare di avviare una procedura fallimentare, ovviamente con tutte le cautele del caso. Inutile dire quanto sia più salutare per l'economia nel medio periodo che una banca decotta fallisca piuttosto che venga salvata a spese dei contribuenti. Ma senza contanti che girano non si potrebbe far fallire neanche la banca di Zio Paperino.
Io non ho niente contro le banche né contro la moneta elettronica che utilizzo ampiamente.
Ma i banchieri sanno fare un solo mestiere, che è quello di fare profitto arbitrando sui differenziali dei tassi di interesse. I banchieri non sanno fare politica monetaria, non è il loro mestiere. I banchieri centrali sanno fare politica monetaria ma non dovrebbero farla. E' la politica che ha abdicato al suo compito di fare politica monetaria lasciandola fare ai banchieri.
Mi sembra normale che le decisioni sulla moneta che, prima dell'avvento dell'Euro, era forse l'elemento costitutivo più caratterizzante dell'entità nazionale, dovrebbero uscire dai luoghi della gestione e della tecnica e rientrare nei luoghi della democrazia rappresentativa.
Quindi credo che se ne possa almeno parlare, senza dare troppe cose per scontato, né da una parte né dall'altra."

"Hai certamente ragione, e sicuramente la variazione della riserva obbligatoria è il modo più efficiente ed evoluto di regolare l'offerta di moneta.
Ma quello che voglio dire è che non bisognerebbe sottovalutare il ruolo del circolante nel fare da ammortizzatore "automatico" delle oscillazioni congiunturali o traumatiche dell'offerta di moneta scritturale. In modo automatico nel senso che non c'è bisogno di una decisione d'autorità che comunque ha bisogno di un tempo, anche minimo, per sortire i suoi effetti.
Credo che se nessuno stato al mondo ha ancora rinunciato al contante sia perché il potere politico (che ripeto non bisogna MAI sottovalutare) ha ben presente questo aspetto.
E' vero che i depositi sono protetti, ma non c'è un funzionario del governo davanti al bancomat pronto a darmi i soldi se vado a prelevare e la macchina mi dice "Sorry out of service".
Sono convinto che fino al 2007 la propensione degli Islandesi a detenere contante fosse prossima allo zero. Sarei curioso di verificare se questa propensione è cambiata o meno dopo il 2007.
A volte ho paura di dare l'impressione di voler trollare. Ma in tutta sincerità voglio solo portare nel dibattito un elemento che mi sembra sia stato trascurato."

"Forse io parto da un presupposto sbagliato, cioè che le banche siano organizzazioni private che hanno come scopo il profitto e il valore per gli azionisti.
In quanto tali non credo si pongano un limite alla raccolta di denaro o all'utilizzo dello stesso, dal momento in cui siamo in un sistema aperto e non esiste solo il mercato interno ma anche, ad esempio, il mercato internazionale delle valute di riserva.
Può sembrare poco comprensibile, ma credo che il denaro "bruci" letteralmente nelle mani di una banca che punta ciecamente alla massimizzazione del profitto e del valore per gli azionisti. E dico ciecamente senza nessun intento polemico. Le banche nel nostro sistema hanno il compito che gli squali hanno nell'oceano, senza voler dare alcuna connotazione di carattere morale. Ogni euro per ogni secondo che resta nelle casse è profitto perso. Ed è sacrosanto che sia cosi, sono altre le forze del mercato e della società che devono controbilanciare il ruolo degli "squali" per arrivare all'equilibrio ecologico.
Per quanto riguarda l'abbassamento della riserva di liquidità, posso avere informazioni non aggiornate, ma mi sembra che sia la banca centrale ad avere questa eventuale competenza.
Il fatto che la banca centrale abbia in gran parte come azionisti le banche ordinarie può determinare un possibile elemento di influenza per arrivare a dire, senz'altro con una forzatura, che "le banche" possano abbassare la riserva di liquidità."

"Anche qui posso sbagliarmi, ovviamente, ma io considero la riserva di liquidità essenzialmente una stima di quante persone possano richiedere di convertire i loro depositi in contanti in un determinato periodo di tempo. E' qui che vedo la relazione."

"Hai toccato un punto cruciale, il problema è proprio che le banche NON falliscono. Se le banche potessero fallire, gli equilibri di mercato farebbero sparire la distinzione tra circolante e moneta bancaria (M1 ed M3 per dirla in termini di economia monetaria) e TUTTO il mio discorso non avrebbe alcun senso.
Questo è il problema del moral hazard (azzardo morale) che ritengo sia stato alla base della crisi del 2008, insieme alla rottura della correlazione tra rendimento e rischio resa possibile dall'ingegneria finanziaria.
L'azzardo morale si verifica nel momento in cui è possibile privatizzare i profitti e socializzare le perdite, cosa che si verifica quando le banche non possono fallire, salvo pochissime eccezioni (too big to fail, ma ormai direi "not small enough to fail").
Il mio discorso si basa su due punti. Primo, considerare il mondo per come è e non per come dovrebbe essere. Secondo, il fatto che il denaro (di carta o virtuale) non si può considerare una merce come tutte le altre, anche se questo può portare un certo scompiglio nelle visioni di un economista liberale puro, con tutto il rispetto per gli economisti liberali puri."

"Non posso certamente darti torto. E la presenza di contante nell'economia va nel senso di diminuire il rischio di collasso non di aumentarlo. Ma il contante per esistere deve essere utilizzato, altrimenti sarebbe una forzatura artificiale.
Mi permetto però di aggiungere che il fatto che le banche non possano fallire, a mio parere, non è una verità eterna, ma un risultato dell'eccesso di bancarizzazione dell'economia. In passato le banche fallivano, eccome, o meglio venivano messe in liquidazione coatta amministrativa.
La tecnica che ha utilizzato il Presidente Draghi per dare ossigeno ai bilanci delle banche (NON alla liquidità del sistema), cioè prestare denaro all'1% di interesse in cambio della garanzia rappresentata da titoli pubblici che rendono almeno il 4-5% è la stessa tecnica che veniva usata negli anni 70 per permettere a banche in salute di assorbire attivi e passivi di banche decotte senza pregiudicare i bilanci per tot anni a venire.
Il fatto che questa tecnica venisse utilizzata una volta nell'interesse finale dei risparmiatori, mentre ora viene usata nell'interesse indiscriminato di tutte le banche, non mi sembra un evoluzione positiva nell'attività di controllo e direzione bancaria."



giovedì 22 novembre 2012

Attenti alle truffe sugli affitti. Google Images può aiutare

I siti Internet di annunci sono pieni di tentativi di truffe. Si propone l'"affitto" di appartamenti inesistenti per incassare un anticipo e sparire.
La maggior parte delle volte l'avvio della trattativa è talmente improponibile (classico esempio: il proprietario è all'estero e non può venire in Italia) che è facile accorgersi della truffa, ma comunque si perde tempo prezioso e si resta delusi.

C'è una nuova funzionalità di Google Immagini che offre la possibilità di un controllo preventivo sulle inserzioni.

Ad esempio, questo appartamento:


è stato pubblicizzato su un sito come "Bilocale, Via San Nazaro, Verona, e offerto in affitto a 310 euro mensili (prezzo decisamente basso per la città in questione, già questo dovrebbe far sospettare)

Ho aperto Google Immagini, ho cliccato sulla piccola macchina fotografica a destra nella finestra di ricerca ed ho caricato la foto con l'apposita funzionalità:


e, sorpresa, ecco i risultati:

l'appartamento in realtà si trova a Ferrara e viene messo in vendita da una agenzia immobiliare appartenente ad una nota rete.

Internet può essere un ottimo strumento per perpretare truffe ma probabilmente è uno strumento ancora migliore per smascherarle.

mercoledì 1 agosto 2012

It Is Not Rocket Science!

Credo che la cosa più difficile da capire in una lingua straniera siano le battute.


Se uno ride a tutte le battute in una comedy gig nell'East End di Londra, beh allora può proprio dire di conoscere perfettamente l'Inglese! Io credo di essere al 15%...


Effettivamente per capire una battuta bisogna spesso conoscere la vita e la cultura quotidiana di chi la fa, sapere magari che programmi guarda alla tv, ecc.


Faccio un esempio (la battuta è mia, quindi non è un granché, non sono un comico...):


You know why it is not difficult to prepare a salad?


Because it's rocket salad, it's not rocket science!


Prima di andare in giro per un supermercato inglese non sapevo che rocket salad è la rucola in inglese... nei menù dei ristoranti di solito si traduce con rucola, che è usato anche in inglese.


E' bisogna anche sapere che, dove noi diciamo "non ci vuole un fisico nucleare!" un inglese dice "it is not rocket science!".


E' solo un esempio banale, ma per me è sempre stato frustrante ascoltare gli shows comici sui canali radio degli aerei, sentire le risate, e non capire neanche la metà delle battute... anche se le risate sono registrate!

venerdì 27 luglio 2012

Ace e pensionati

Considerereste alla stessa stregua un pensionato che ha un reddito di 7.500 euro da pensione e basta ed un pensionato che ha gli stessi 7.500 euro di reddito da pensione ma in più ha una partecipazione in una snc con reddito zero, ma con reddito abbattuto dall'agevolazione ace di diciamo 25.000 euro (ma potrebbero essere di più)?



Il software della Sogei si, a quanto pare (e anche le istruzioni ministeriali prese alla lettera). Infatti se il secondo tipo di pensionato ha un reddito da pensione di 7.500 allora ha un'imposta lorda a zero, se ha un reddito da pensione di 7.501 allora ha un'imposta lorda di 2.520...

Spero che anche l'Agenzia delle Entrate sia dello stesso parere, non vorrei avere brutte sorprese...


venerdì 6 luglio 2012

diadainconsupertrafa

From My English Page


Chi non ricorda questa filastrocca che serve per ricordare le preposizioni semplici della lingua italiana?

Una delle cose che trovo più difficili, nella lingua inglese, è utilizzare la preposizione giusta per ogni tipo di locuzione. Probabilmente è anche difficile nella lingua italiana, per un non italiano, ma è inutile ragionare su un qualcosa che non potremmo mai valutare.

Di sicuro in Inghilterra non è indifferente sfoggiare un inglese corretto. Mi sembra che in Inghilterra la mobilità sociale non sia poi così elevata, quindi un inglese di qualità viene probabilmente visto come indizio sicuro di un buon upbringing, di un buon lavoro, di una buona posizione sociale.

Ma le insidie per chi non è native speaker sono veramente tante. Per esempio, io avrei detto tutta la vita "I am planning to go to London next month". Ma un giorno ho sentito un insegnante universitario di lingua inglese* dire "we plan on providing a new podcast every day".






Panico! Quale sarà la forma giusta? In questi casi chiedo aiuto a Google: cercare "to plan to" produce 90 milioni di risultati; cercare "to plan on" ne produce 19 milioni e 200mila. Direi che entrambe le forme sono correntemente usate.

Probabilmente "to plan to" si utilizza quando si pianifica di fare una cosa che consiste in un azione di durata circoscritta nel tempo, mentre "to plan on" si utilizza quando ciò che pianifico richiede una serie di azioni combinate e che si protraggono nel tempo. Ma è solo la mia ipotesi, potrebbe essere anche che le due forme si possono utilizzare indifferentemente. In ogni caso c'è di che farsi venire il mal di testa.

Un altro esempio? "Ci sono due parti in questo libro". A me verrebbe da dire, da bravo italiano "There are two part in this book" e Google mi conforterebbe: "there are to part in this" conta 369.000 risultati, un buon numero. Ma dallo stesso insegnante sento "there are two part to this book"... Cerco su Google "there are two part to this" e ci sono 222.000 risultati, anche qui un buon numero!

Cosa vuol dire, che le regole non sono poi così precise o che c'è un inglese comune, più intuitivo per la maggioranza dei non native speaker e non solo, ed un inglese colto con regole più precise e meno intuibili?






E come dimenticare che bisognerebbe anche tener conto di eventuali differenze tra inglese britannico ed inglese americano (anche se non mi sembra questo il caso, imho)
Non lo so, ma la situazione, secondo me, si può riassumere con una parola: discouraging!


*Dr. Jeff McQuillan, Center for Educational Development in Los Angeles.

P.S.: In questo post ho indicato da chi ho preso ispirazione, ma non da dove ho rubato le immagini... spero di essere perdonato per una volta! 


giovedì 7 giugno 2012

Supermarket Trolley Exchange Rate 2€ = 0,02£

From My English Page

If you're British and you happened to come to Italy for vacation or any other reason, you may have noticed that almost all our supermarkets expect you to insert a coin in order to separate a trolley from fellow trolleys and use it.
Of course it is a refundable coin. It is not a way to make extra money. It is just a way to ensure that we don't leave our trolley wherever we prefer at the end of our shopping, but we take it back to one of the posts in order to retrieve our hard-earned coin.

But, flying to Italy, you'd better save some 2 pence coins from the charity bowl at your departure airport. Your humble coins worth will be multiplied by many scores in Italy! At least in a supermarket. As a matter of fact, a 2 pence coin fit perfectly the 2 euros slot which is adopted by most supermarkets in Italy!

This is a big temptation for me... When it's hot, when I'm tired or in a hurry I could decide to leave my trolley just at my best convenience and I only need to budget 2 pence instead of 2 euros for this privilege!

Of course I'm not doing this... I am a civilized person and, besides that, charity starts at home and every little penny counts!

But, most of all, I hope this 2 euro = 0,02 pound ratio is not going to become a future general benchmark in this times of eurocrisis!


I found the above pic at http://www.shrinkibits.com.au/, a nice site with a lot of funny ideas and resources for parties and gadgeting.

domenica 27 maggio 2012

I'll buy you mwezi at the end of chitenge!

From My African Page

Chitenge is evidently the most important piece of clothing in Africa. Chitenge is the name which is used in Subsaharian Africa, though the origin of this cloth has to be found elsewhere.

Chitenge may be both a rectangular piece of cloth (approx. 2 square meters at a glance) and the typical African dress. In the male version it comes with te plain form of trousers (full lenght or knee-long) and a jacket-like shirt with short sleeves). The tailored female version comes with that variety or formal or less formal dresses that so much add to the natural beauty of African women.



But it is the chitenge as a piece of cloth and how African women use it that represent one of the vividest image of Africa I have in mind.

A chitenge can be stored in a city girl bag for use if the need of a more formal dress comes unexpected. A chitenge can be used to carry a baby on the back so that the baby is reassured by the mother's heartbeat and she can continue with what she is supposed to do. A chitenge can be used as a blanket on a colder night... How could it be more useful than that?

What about the title of this post? It comes from a story I used to be told.

A man arrived home at night, totally drunken. His wife was there waiting for him handling a huge scaring wooden spoon. In order to please her and save his back the poor man wanted to say "I'll buy you a chitenge and the end of mwezi (month), but he was so drank that he babbled: "I'll buy you mwezi (the moon) at the end of chitenge"!

Too much a commitment, even for the angriest of wives!

I took the pic above from this very interesting blog: http://asketchintime.blogspot.it

lunedì 7 maggio 2012

Qualcuno si ricorda del DM 27 settembre 1974?

From My Recession Chronicles Page

L'altro giorno ero a casa di mia mamma e, aprendo a caso il mio vecchio testo di Economia e Politica Monetaria dei tempi dell'Università, ho letto (riletto?) il testo del Decreto Ministeriale 27 settembre 1974:

"Ferma la misura dell'interesse sulle anticipazioni presso la Banca d'Italia, sono consentite anticipazioni a ventiquattro mesi, sui buoni del Tesoro a lunga scadenza, all'interesse dell'1% a favore di aziende di credito che surrogatesi ai depositanti di altre aziende in liquidazione coatta si trovino a dover ammortizzare, perché in tutto o in parte inesigibile, la conseguente perdita nella loro esposizione. La Banca d'Italia regolerà l'ammontare del ricorso a tali anticipazioni in rapporto all'entità della perdita e all'esigenza dei piani di ammortamento"

Devo ammettere che 1%, buoni del Tesoro e banche in crisi hanno fatto "cliccare" qualcosa nella mia testa. Per questo voglio cominciare da qua le mie "Cronache della Recessione".


References to the pic are in the pic itself

venerdì 4 maggio 2012

Are you supposed to be a tough person...?


From My English Page


Da quello che leggo e sento, in Inglese, le forme passive sono frequentissime, anche grazie al fatto che, in questa lingua, vengono rese con molta maggiore fluidità che, ad esempio, nella lingua italiana.
Ad esempio, la frase del titolo di questo post,in italiano letteralmente si dovrebbe tradurre con "si suppone che tu sia una persona dura...?" oppure, per amor di sintesi, "sei una supposta dura...?". Meglio lasciar perdere.

In realtà la forma "are you supposed to..." è usatissima in Inglese ma con un senso diverso. Nella stragrande maggioranza dei casi si può tradurre utilizzando il verbo dovere.

Una frase più aderente all'uso reale della lingua sarebbe ad esempio "are you supposed to be a tough person to be a teacher?" cioè "devi essere una persona dura per fare l'insegnante?".


Spessissimo questa forma viene usata in tono polemico o risentito: "You are not supposed to tell me what to do!", "non devi dirmi cosa devo fare!", oppure "I was not even supposed to come here for you!", "non ero nemmeno tenuto a venire qua per te!".

Ho notato che gli italiani che usano l'inglese come seconda lingua (ESL - English as a Second Language), tendono ad utilizzare spessissimo alcune locuzioni anche oltre l'uso che ne fanno i madrelingua, ed io non faccio certo eccezione. Questa potrebbe essere una di queste.

Un'altra locuzione usata spessissimo, ma non solo dagli italiani a dire il vero, è "isn't it?" per chiedere conferma di quello che si sta dicendo. Usata anche, e soprattutto, in violazione delle regole grammaticali. Ma questo potrebbe essere oggetto di un prossimo post...

Pic from www.gifmania.it/fumetti/wonder-woman/

giovedì 26 aprile 2012

It's High Time I Should See a Sangoma

from My African Page

If you have spent some time in Subsaharian Africa you may have heard about the word sangoma. A sangoma is a positive presence in the life of every african man or woman. A sangoma is something between a traditional doctor and a benigne witchdoctor, a person whom to trust and to visit for help and inspiration.

But if you happen to have an african wife and you quarrel or do wrong to her and you hear her saying "it's high time I should see a sangoma" then you'd better take it very seriously. You'd better buy red roses and ask for forgiveness! If you can just afford you'd even better buy her a diamond ring or a brand new car!


This pic has been downloaded from www.arthursclipart.org (providing clipart resources for the benefit of the less privileged around the world)

lunedì 23 aprile 2012

Mi dà una ricarica da cinque, per favore?

Se siete in Inghilterra e avete esaurito il credito della vostra carta ricaricabile cosa chiedete al supermercato o dovunque si possa acquistare una ricarica?
Se dite "may I charge my phone, please?" è probabile che vi indichino un caricabatterie del modello più adatto.

Il termine più usato è "top up", sia come phrasal verb che come sostantivo. "May I top up my phone, please?" oppure "I need a 5 pound \*operator name\* top up, please". Sono di largo uso le carte magnetiche che consentono di caricare il telefono senza dover digitare codici o dover dire il proprio numero all'addetto. In questo caso si porge la carta e si può dire semplicemente "May I top up 5 pound, please?" oppure "a 5 pounds top up, please".

Altri termini usati per dire se si ha o meno credito sono "sorry, i don't have talktime", "i have enough talktime, thank you" oppure "sorry i don't have units, i'll call you later", "i need to keep my units for later".

Comunque se si hanno i requisiti minimi conviene sottoscrivere uno dei tanti abbonamenti con relative allowances. sono mediamente meno cari e più generosi che in Italia e invogliano a sfruttare la velocità di connessione che nelle città è veramente notevole.

Sicuramente viene richiesto un indirizzo di residenza e forse un conto in una banca inglese. Il possesso di una debit card (il nostro bancomat) in Inghilterra ha molto più valore del possesso di una credit card emessa fuori dal Regno Unito. Con una debit card si può pagare qualsiasi cosa per telefono o su internet, proprio come noi siamo abituati a fare con le carte di credito.

Pics from: http://www.healthywithhart.com/mind/listen/sk/ck/os/wq/Cell_Phone_Safety_for_You_and_Your_Kids

venerdì 20 aprile 2012

You'd better take it to the shop.

You'd better take it to the shop.

Se la mia macchina fa un rumore strano, brucia troppo olio o fa rumore quando freno, allora è arrivato per me il momento "to take it to the shop".

Questo non significa che devo portarla in un negozio, in un concessionario, per venderla perché è arrivato il momento di comprarne una nuova. "The shop", in questo caso, in inglese è il meccanico. Se la mia macchina è dal meccanico allora "It's at the shop".

Perciò se avete un problema con la macchina e un inglese vi dice "You'd better take it to the shop..." non offendetevi. Non vi sta consigliando di vendere il vecchio catorcio. Vi sta semplicemente e saggiamente consigliando di portarla a far vedere da un meccanico!

Pic from http://iamgratefulhowareyou.wordpress.com/