sabato 11 maggio 2013

E' veramente efficiente incentivare il controesodo dei "cervelli"?

Mi piacerebbe avere la possibilità di fare o sponsorizzare una ricerca sul tema della relazione tra efficienza e efficacia dell'azione politica e complessità dell'organizzazione sociale ed economica di una società.

La ricerca partirebbe dall'individuare due scale comparabili da 1 a 100.
Su una scala si misurerà la produttività della classe politica in termini di capacità di dare soluzione rapida a problemi complessi. 100 significa la capacità di dare soluzione con la massima rapidità a problemi della massima complessità.

Sull'altra scala si misurerà la complessità della organizzazione sociale economica in termini di multiculturalità della popolazione, di innovatività del contenuto della produzione e diffusione della conoscenza tra la popolazione. Qui 100 significherà il massimo dell'attrazione verso persone di tutte le provenienze, che collaborano con i locali per sostenere un'economia caratterizzata dal massimo contenuto di innovazione e di impiego di conoscenza diffusa.


Il postulato intermedio sarebbe che l'apporto della classe politica allo sviluppo della società è positivo in senso crescente solo quando l'indicatore comparato della produttività della classe politica supera l'indicatore comparato della complessità della società.

La teoria da dimostrare sarebbe che, vista la difficoltà e lentezza con cui si può ottenere un aumento della produttività e della qualità in generale della classe politica è efficiente e conveniente lasciar declinare la complessità della società, lasciando che le persone più qualificate e le produzione più avanzate tecnologicamente si spostino all'estero, in modo da accorciare il tempo necessario per raggiungere il break point in cui la classe politica è in grado di gestire il livello di complessità della società è può così incominciare a dare un apporto positivo anziché progressivamente distruttivo allo sviluppo della società.

La dimostrazione di questa teoria servirebbe a dimostrare che i programmi che incentivano il rientro dell'emigrazione qualificata andrebbero nel senso di ritardare anzichè velocizzare il processo di adeguamento della classe politica alla complessità della società e sarebbere destinati a fallire più o meno rapidamente, oltre che essere facilemte soggetti al fenomeno, devastante dal punto di vista dell'immagine del paese, del contro-contro esodo.

In altre parole, il futuro sviluppo della società potrebbe essere aiutato dal fatto che il lento progresso della classe politica sia coadiuvato da un più rapido declino iniziale della società e quindi della complessità dei problemi da affrontare, in attesa che il raggiungimento del punto di equilibrio faccia scattare un processo virtuoso di crescita interna e attrattività verso l'esterno altrimenti destinato ad allontanarsi sempre di più nel tempo.